Ableton oggi ha rilasciato la sua prima applicazione per dispositivi mobili: Note. Si tratta di un’app pensata per catturare e sviluppare velocemente delle idee musicali in mobilità e, grazie alla funzionalità Ableton Cloud, svilupparle in Live un secondo momento.
Ho realizzato questo video per il canale YouTube degli Ableton Certified Trainer in cui spiego passo passo come iniziare a usare l’applicazione.
Devo ammettere che nello scrivere questo post così come nel realizzare il video qui sopra mi sono trovato in difficoltà: Note ha così tante funzioni che è davvero difficile condensarle tutte. Questo post stava diventando chilometrico e, piuttosto che non parlare di qualcosa, ho preferito cambiare approccio. Alla fine ho pensato che potesse valere la pena descrivere a grandi linee il funzionamento della app in questo primo post e, in un secondo momento, approfondire con altri articoli o video dedicati e più dettagliati.
Informazione di base e compatibilità
Partiamo dalle informazioni di base: Note è disponibile solo per dispositivi iOS e funziona sia su iPhone che su iPad. È una scelta che sicuramente farà storcere il naso ai possessori di dispositivi Android ma la superiorità nella gestione dell’audio del sistema operativo Apple è cosa risaputa. Non è un caso se iOS è il sistema operativo di riferimento per le app di creazione musicale: penso, ad esempio, a Moog, Korg e Audio Kit.
È necessario avere almeno un iPhone 8 e iOS 15 per poterla utilizzare. L’app ha un prezzo di EUR 6.99 ed è scaricabile direttamente tramite questo link.
Iniziare con un beat, una melodia o campionando
Ableton Note contiene una vasta libreria di suoni: 56 drum kit con suoni campionati di batterie acustiche, elettroniche o ibride, oltre 260 preset di synth e 36 strumenti campionati nel Melodic Sampler.
In più, sfruttando il microfono interno del dispositivo, è possibile campionare qualsiasi suono che ci circonda.
Vi voglio parlare di una delle mie funzioni preferite: il campionatore allinea automaticamente l’inizio del sample in base al primo transiente rilevato. Grazie a una serie di gesture intuitive è possibile comunque trascinare il campione verso destra o sinistra per modificare il punto di avvio, aumentare o abbassare il volume oppure allungarlo o accorciarlo (usando due dita).
La funzione Capture che, personalmente, amo in Live è ovviamente presente anche in Note. È sufficiente iniziare a suonare per catturare direttamente la nostra performance all’interno della app.
Come avviene su Live, se è la prima idea che siamo inserendo nel nostro set, Note imposterà automaticamente il bpm e creerà un loop. Ovviamente sono presenti funzioni di quantizzazione ed editing per sistemare tutte le imprecisioni.
Sviluppare le idee, registrare automazioni, creare un semplice arrangiamento
Ableton Note riprende nella sua Vista Sessione l’idea della stessa vista all’interno di Live. Negli anni mi sono accorto che tantissime persone non sfruttano al massimo le potenzialità di Live proprio perché non comprendono a pieno il funzionamento di questa vista.
In Note lo sviluppo delle idee è super intuitivo: le clip si possono duplicare, spostare su uno slot vuoto e, come su Live, è possibile lanciare contemporaneamente tutte le idee su una stessa riga attraverso la funzione Scene.
A questo si aggiunge la possibilità di registrare facilmente automazioni: muovendo i parametri compare una linea tratteggiata sopra alle clip, basta premere “Add” in basso e l’automazione verrà registrata. Come su Live un puntino comparirà accanto al nome del valore per ricordarci che è presente un’automazione. Se si desidera eliminarla o temporaneamente mutarla, si può fare tap sul nome del parametro per accedere al menu di controllo.
Ableton Cloud: condivisione semplice da Note a Live
Note presenta delle limitazioni: non si possono creare più di otto tracce e ciascuna traccia non può contenere più di otto clip. Inizialmente questa scelta mi lasciava un po’ scettico ma pensando al fatto che questa è un’applicazione pensata per produrre velocemente delle idee, le limitazioni presenti aiutano a mantenere la concentrazione sull’idea musicale e ci impediscono di perderci in centinaia di opzioni.
Qui ovviamente subentra l’altra novità: Ableton Cloud, uno spazio di archiviazione gratuito collegato al nostro account su ableton.com.
Per tutti i possessori di Ableton Live 11 questa opzione diventerà disponibile nel nuovo aggiornamento rilasciato in contemporanea con la app. Il Cloud Manager si attiva nel pannello delle preferenze.
In Note, dalla Vista Set iniziale è sufficiente selezionare i tre punti in basso a sinistra per aprire le impostazioni della app e attivare Ableton Cloud come mostrato nell’immagine qui accanto.
A questo punto è possibile premere i tre puntini accanto a ogni set e selezionare Upload to Ableton Cloud per caricarli nel nostro spazio.
Passando al computer una nuova sezione nominata Cloud comparirà nel browser di Live. Da lì sarà possibile aprire direttamente i set creati in note indipendentemente dalla versione di Live che avete installato sul vostro computer.
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